Figura simbolo di un Medioevo campano animato da duelli, lotte dinastiche e dispute territoriali, il nome dell’eroe Ettore Fieramosca è stato sempre indissolubilmente legato alla campana terra; dalle origini, alle memorabili gesta, fino alle conquiste dinastiche e territoriali. Nato, infatti, in quel di Capua nel 1476 dal barone Rainaldo e da una nobildonna non meglio identificata, Ettore Fieramosca, anche se storicamente assimilato alla figura di combattente nella celebre disfida di Barletta e al ruolo di valoroso condottiero al servizio di sovrani come Ferrante d’Aragona, Ferdinando II e Federico IV, ha piantato profonde radici nei casati e borghi campani, in particolar modo quelli casertani, toccati dall’ impeto della sua spada e dalla sua nobile influenza, di cui assumeva, a vario titolo, le vesti di conte, come a Mignano Monte Lungo sede di un castello che prende il suo nome, quelle di barone ad Aquara, nonché di Signore a Rocca d’Evandro, Camigliano e Galluccio.
Capua, città che, come già detto, diede a Fieramosca i nobili natali ma che fu anche protagonista di rivendicazioni territoriali sugli spagnoli di Ferdinando II d’Aragona contro cui fu inviata una delegazione guidata da lui stesso, ha voluto rendere immortale la memoria dell’eroe attraverso la monumentale opera in bronzo dell’artista Arturo Casanova rappresentante l’elmo del valoroso condottiero che il mito letterario dello scrittore Massimo D’Azeglio volle precipitato da un dirupo del Monte Saraceno, in preda alla follia per la morte dell’amata Ginevra. La citta capuana dunque, segna l’inizio di un’ideale mappa dei territori casertani che, negli anni che vanno dal 1501 al 1510, divennero “pedine” sullo “scacchiere” dell’indomito condottiero che già nel 1480 aveva ricevuto in eredità dal nonno Rossetto Fieramosca il feudo di Galluccio, assegnatogli a sua volta dal re Ferrante. La sua fama continuò al castello di Calvi dove guidò un’offensiva contro i francesi, gli stessi che poi lo privarono dei feudi di Rocca d’Evandro, che aveva dato i natali al padre, e di Camino, occupati entrambi da Federico di Monforte. Contro quest’ultimo Fieramosca, per ordine dei Colonna, attaccò entrambi i feudi che, grazie alla sua valorosità, furono restituiti ai Colonna. Ma la controversa e tormentata vicenda di questi bellissimi borghi casertani sarebbe destinata a durare fino alla pace di Blois, quando il Fieramosca si vide letteralmente costretto a restituirli a Federico di Monforte, in quanto fornivano rappresentavano per lui una rendita di molti ducati, a seguire fu venduto il feudo di Camigliano per sopraggiunte necessità economiche.
Questi territori, oggi affascianti borghi ricchi di storia, arte e tradizioni culinarie, rappresentano una tappa obbligata per qualsiasi turista che desideri sia apprezzarne sia la cornice naturalistica nella quale sono incastonati, sia l’architettura attraverso i castelli di Rocca d’Evandro e Mignano Monte Lungo, sia gli antichi sapori attraverso manifestazioni e sagre organizzate principalmente nel periodo estivo.
Dott.ssa Nerone Valeria