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L'altra Roma: uno scorcio di Capua -Capua





“L’altra Roma”: uno scorcio di Capua



Roma, la città eterna, città d’arte, storia, letteratura e architettura, città del cinema e teatro di bellezza e magnificenza sine tempore, è da sempre, per antonomasia, “luogo del cuore” per la luce diafana riflessa sul volto di una statua piuttosto che di un capitello, per strade e palazzi che rievocano infinite pagine di letteratura e che ci fanno rivivere gli amori tormentati dell’ Andrea Sperelli di D’Annunzio piuttosto che la gioventù difficile di Pasolini o, per arrivare a tempi più recenti, quella innamorata di Moccia. Per non parlare del cinema, dove ha ispirato il genio di registi che hanno dato vita a capolavori immortali. Ma Roma è anche magia di atmosfere particolari, soprattutto quella notturna, quando la sola luce della luna ci permette di cogliere istantanee di infinita bellezza che nascono dalla complicità, per così dire, di natura e architettura e che rimangono impresse nel cuore e nella mente, al punto che, quasi per magica trasposizione, ci sembra di rivederle anche in altre città. E’ quello che può accadere in uno scorcio notturno della bella città di Capua dove il Ponte che conduce alla federiciana Porta di Capua o delle due Torri sembra quasi un particolare del più, naturalmente, grande Ponte Milvio e, di fronte, la cupola della Chiesa di Santa Maria delle Grazie ci lascia immaginare sfumati contorni della cupola di San Pietro. Impressioni, dunque, che ci fanno comprendere che se è vero che, come affermava Hume, “la bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla”, altrettanto vero è che la bellezza non ha barriere né mentali né geografiche e la si può immortalare sia in un’istantanea fotografica sia, come in questo caso, in un’istantanea di fantasia che, in una sera qualunque, ci porta improvvisamente da Capua a Roma. Del resto lo cantava anche Ligabue che “di notte ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è” e che qui ci piace parafrasare dicendo che “di notte ti senti in un posto che tanto di giorno non c’è!”



Dott.ssa Valeria Nerone





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