La celebre poesia intitolata “San Martino” del poeta toscano Giosuè Carducci che attraverso i suoi versi offriva al lettore squarci di vita autunnale che si svolgevano “per le vie del borgo” di Bolgheri, è solo uno dei tanti esempi di quanto questi luoghi esercitino un forte fascino ed evochino una bellezza senza tempo, resa immortale dai versi di un poeta piuttosto che dalle pennellate di un artista. Derivante dal greco “pyrgos” che allude alla funzione di fortezza, condicio sine qua non della fondazione della maggior parte di essi, i borghi sono disseminati in tutta nostra penisola e, in particolar modo, nel territorio dell’alto casertano dove la loro particolarissima struttura in pietra e la loro collocazione geografica a ridosso di monti e vallate li rendono, agli occhi del viandante, dei veri e propri presepi o degli “scrigni” di bellezze architettoniche quali Chiese e castelli medievali, simboli di un passato fatto di invasioni, scorrerie, lotte e duelli e, perché no, di amori proibiti e amori negati in virtù di spartizioni o acquisizioni di feudi e territori. Vicoli e vicoletti da cui sono formati i borghi sono, spesso, caratterizzati da un “religioso” silenzio scandito solo dai suoni della natura, come il fruscio delle foglie o lo scroscio dell’acqua di un ruscello, che meglio donano quel senso di “evasione” dai frenetici ritmi della vita cittadina. In particolar modo qui si vuole fornire una sorta di “vademecum” per chiunque desideri avventurarsi e conoscere meglio i borghi dell’alto casertano che, spesso, sono dei luoghi “celati” dalla natura e pressoché sconosciuti ai più; ma che, una volta conosciuti, diventano dei veri e propri “luoghi del cuore”.
I più degni di nota sono:
Borgo di Valogno di Sessa Aurunca
Dunque, sguardo in su, fotocamera alla mano e….. buon viaggio!
Dott.ssa Nerone Valeria
